Pagina (276/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Dice lui alla moglie:
      - Che si fa egli qui? Gnamo via. Tanto il coio non c'ène da venderlo più a quest'ora. S'ha da ire a casa.
      E subbito s'avviano per una porta della città.
      Nusciti fora dall'abitato, Zufilo e la su moglie si trovorno per uno stradone lungo lungo tutto pieno d'alberi dalle parti, e cammina cammina viense buio fitto, e loro spersero la via; sicché arrivi un pezzo 'n su addove c'era un mucchio di querce, e, nel pulito, come de' siedili e delle tavole di pietra, dice Zufilo:
      - Moglie, nun ène capo di seguitare a ire. Mi pare più meglio di fermarsi qui e rampicarsi qui sur una di queste querce a riposare; che 'nsennonnoe gli animali ci poterebbano anche divorare. A bruzzolo poi no' si ritroverà la via per rimettersi a casa nostra.
      E detto fatto, loro s'arrampicorno su per una grossa quercia, e tra' rami ci s'assettorno come gli rinuscì; e Zufilo tieneva sempre il su' coio in sulle spalle.
      Gli eran dunque lì Zufilo e la su' moglie appollaiati in nella quercia, quando a un tratto decco un branco d'assassini.
      Accesan de' lumi, e tirato fora de' sacchetti di munete si mettiedano a siedere e a giocare su quelle tavole di pietra.
      Zufilo e la moglie, tutt'impauriti, badavano anco a nun rifiatare, per paura d'essere scopriti e ammazzati 'nsenza misericordia. Ma doppo un bel pezzo dice Zufilo:
      - Moglie, i' nun ne posso più. I' ho voglia di pisciare. Moglie, i' piscio.
      - Noe, per amor di Dio! Se te pisci, marito, no' siem morti! - disse la donna sotto voce.
      - Tant'ène, i' 'un la reggo, - dice Zufilo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Zufilo Zufilo Zufilo Zufilo Zufilo Dio Zufilo