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      Gli si serrò il core all'Angiolina a quella vista!
      Oramai nun c'era più rimedio, e per forza ci si dovette sottoporre a quella vita l'Angiolina; il su' omo Magnano andeva spesso fora, lui diceva per via del mestieri, e qualche volta anco per otto giorni nun tornava a casa; sicché l'Angiolina era obbligata a far tutte le faccende, come spazzare, rigovernare; della carne nun ne mangiava mai, bensì una zuppa col burro e companatico di fagioli e di baccalà, e gli toccava pure a starsene accanita in sul lavoro per guadagnarselo un boccone di su' parte.
      Che vita! In ugni mo' col praticarlo e campare assieme l'Angiolina finì col volergli un gran bene al su' marito, perché lui 'n fondo, abbeneché si mostrassi rustico in ne' garbi e nelle parole com'ènno le persone insenz'aducazione, nun la maltrattava mai la moglie e anzi gliene faceva delle carezze; ma però lui prutendeva d'essere ubbidito in tutti e' su' comandi.
      E badi, sa ella, quando e' s'ha marito, o bell'o brutto che sia gli ène obbligo della donna di stargli sottoposta e di nun dirne male, anco se lui è cattio. Accosì la pace regna 'n casa e il ben di Dio nun manca, e di tutto ci s'accontenta. E io per mene i' ho fatto sempre accosì, quand'era vivo il mi' Cecco bon'anima.
      Ma riveniamo alla novella.
      Bisogna sapere che 'n quella stessa città del Magnano c'era un Re giovane con la Regina vecchia su' madre, e questa che qui 'gli aveva un uso di dar fora dimolti lavori alla gente povera, perché si guadagnassino con onore il campamento: [215] dunque il Magnano disse un giorno all'Angiolina:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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