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      - Sai, moglie? Siccome i' vo' via per una gita lunga e ti possan anco mancare i quattrini, intendo e voglio che te andìa dalla Regina a chiedergli da lavorare. Nun ci pensar tanto su, e ubbidisci.
      Abbeneché all'Angiolina questo passo gli dispiacessi a bono, nun ci fu versi di scansarlo e bisognò che s'avvilissi col mostrar la faccia in ficura di pitocca, lei figliola d'un Re. E anco peggio gli accadette: perché in nel mentre che la Regina la compativa e era contenta di vederla, il Re giovane nun si peritava di spregiarla e dargli per insino degli spintoni, e bociava:
      - La figliola d'un Re sposa d'un Magnano! Oh, che vergogna!
      Ma lei arrispondeva:
      - Guà! mi garba e gli vo' bene. Ognuno ha' e' su' gusti.
      Infrattanto l'Angiolina ingravidò, e il Magnano gli disse, che lui 'gli aveva finiti i quattrini, e che per rifargli bisognava che lui si mettessi 'n viaggio col su' paiolo e gli arnesi 'n ispalla, e che nun l'aspettassi tanto presto di ritorno:
      - Ma per campare i' te lo 'nsegno io il ripiego. Domani 'gli è festa. Sorti di casa e mettiti davanti a quel pizzicagnolo che sta 'n sulla strada maestra, e quando passa la pricissione e lui nun vede, rubbagli il pane e portalo niscosto con teco sotto il grembio.
      Scrama l'Angiolina:
      - Dunque vo' volete che divienga ladra? Anco questo disonore m'ha da toccare. Poera disgraziata! A che mi son ridutta co' mi' capricci.
      Ma l'apporsi con delle bone ragioni e con le suppliche nun gli valse, perché il Magnano nun gli diede punto retta e la sforzò all'ubbidienza.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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