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      - Gnamo via! chétati, - dice la Regina, - e nun ti strapazzare inutile. Bisogna ch'i' pensi al parto, e la mi' idea è che tu partorisca qui dientro al palazzo.
      - Sarà tutto per su' carità, - disse l'Angiolina: - perché appunto il mi' omo se n'è ito a cercar di lavoro e chi sa quando torna, e anco lui lo gradiva ch'i' vienissi qui a partorire: ma io nun m'attentavo di fargli una simile dimanda. In ugni mo', mi lassi parlar chiaro. I' ho paura del Re su' figliolo, che mi sbeffa e mi maladice ugni volta che lui mi riscontra.
      Arrispose la Regina:
      - Per questo che qui tu po' star sicura in nel mumento. Il Re mi' figliolo nun c'è; andette ieri fora a caccia, e nun riviene fino a che sia passo un mese.
      Sicché dunque si trovorno d'accordo, e l'Angiolina fu accomidata in una cammera del palazzo regio, e quel che lei chiedeva subbito glielo portavano; servita di tutto punto alla pari d'una vera Principessa.
      Finalmente viense il giorno del parto, e con gran dolori l'Angiolina stiantò un bel mastio, ma bello da nun si dire; quando a un tratto deccoti comparisce il Re giovane e si mette a ridere.
      L'Angiolina tra il male e la vergogna 'gli stava quasimente per isvienirsi; il Re però 'gli andette vicino al letto e doppo avergli preso una mano all'Angiolina, gli disse:
      - Sta' su di bon animo! Che nun mi ricognosci? I' sono il tu' Magnano.
      A questo discorso l'Angiolina aperse gli occhi e sobbalzò allo 'mprovviso, perché lei credeva che il Re la canzonassi; ma lui badava a spergiurare che nun diceva [217] bugìe, e che propio lui 'gli era il su' Magnano.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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