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      Badate: i' ho morto l'uccellino che mi rubbò l'anello, e l'anello lui e' l'ha sempre nel gozzo.
      E difatti andati al palazzo tutt'addua subbito apersano il gozzo all'uccellino e tirorno fora l'anello tal e quale.
      Dice il Mago:
      - Ora poi, te pòi considerarti come mi' vero figliolo e padrone qui da quanto me, perch'i' ho veduto e cognosciuto che te siei un bravo ragazzo, e che le bugie te nun le sai dire.
      In ugni mo' Pietro nun era contento di starsene lì chiuso in quel giardino, e sempre s'appalesava voglioloso d'andar via; sicché il Mago sentuta questa su' ferma idea, nun aveva core di scontradirlo per il bene che gli portava com'a su' figliolo, e un giorno gli disse:
      - Senti, nescire di qui nun si pole insenza gran ristii, perché il paese è tutto pieno [229] d'animali selvatichi. Anzi, i' nun so come tu sie' scampato da loro prima di vienire da me. Se però tu aspetti, i' cognosco quando ci sarà tempesta in nel mare, che allora l'acqua arriva per insino alla cresta del muraglione, e ci viengono de' bastimenti e gli legano a que' campanelloni che tu avra' visti. Se tu aspetti, tu potrà' andartene con uno di que' bastimenti.
      De' mesi pur troppo ne passorno dimolti, quando finalmente il Mago disse a Pietro:
      - Domani c'è tempesta 'n mare, Pietro. Se tu sie' sempre della listessa idea, preparati pure alla dipartenza. A me mi rincresce, ma fa' il comido tuo. Prima però vai in nel mi' tesoro e piglia quattrini a tu' piacimento.
      Pietro nun se lo fece dir du' volte, e sceso giù in nel tesoro s'empiette le tasche di belle munete; e siccome il giorno doppo la tempesta 'gli accadette davvero, e i bastimenti in bon dato stevano legati alla cresta del muraglione, Pietro andiede a uno e domandò:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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