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      Te ha' 'nteso e ch'i' 'un abbia a ripricare.
      A questi brutti comandamenti la Rosina, che nun c'era avvezza, rimanette ammutolita, e gli conviense ubbidire per nun buscar delle legnate; sicché la mattina doppo andiede ne' campi con le vacche e con la rocca piena di canapa al pensieri, e per istrada ugni tanto scramava:
      - Vacchine mia! com'i' farò io a segarvi l'erba, s'i' ho da filare tutta questa roccata di canapa? Qualcuna bisogna che patisca.
      Ma a queste su' parole tutt'a un tratto s'arrivolse una delle vacche e gli disse:
      - Nun ti sgomentare, Rosina: segaci l'erba per istasera e no' ti si filerà e ammatasserà tutta la canapa. Abbasta che tu dica:
     
      Vacchicina, mia Vacchicina!
      Con la bocca fila fila,
      Con le corna 'nnaspa 'nnaspa,
      Fammi presto la matassa.
     
      Quando a buio la Rosina riviense a rimetter le vacche in nella stalla, con seco portò un bel fastello d'erba e la canapa filata e ammatassata che era propio uno 'ncanto.
      Che! l'Assunta nun si sapeva dar pace a quella vista, e la rabbia se la mangiava viva. Dice a su' ma':
      - Domani la Rosina che vadia al solito con le vacche; ma vo' gli ate a dare in scambio du' libbre di canapa, e se lei nun la fila tutta bastonatela a morte.
      La poera Rosina bisognò bene che ubbidissi, e per istrada si rammaricava della su' sorte:
      - Vacchicine mia! com'i' farò atamani a segarvi l'erba? Oggi la mi' matrigna e' m'ha rincarato 'l compito. E' n'ho du' libbre da filare di questa canapa.
      Ma la solita vacca gli disse:
      - Nun ti sgomentare; il lavoro ti si fa noi, e te segaci l'erba.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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