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      Giorgio dapprima stiede forte in sul no, ma tra fattore e padrone lo 'mbrogliorno tanto, [296] che finalmente gli rinuscì cavargliela dalle mane la scatola, e lui gliela vendette al padrone in iscambio del su' debito di trecento scudi e del podere, e con patto espresso che gli fusse 'mprestata tutte le volte che lui n'aveva di bisogno. Poero allocco!
     
      Chi del suo si dispotesta,
      Gli andrebbe dato un maglio in sulla testa.
     
      A Giorgio nun ci fu versi di rivederla mai la scatola, e siccome lui della voglia di lavorare nun n'aveva e i su' figlioli gli eran male avvezzi, abbeneché il podere fosse divento suo, in pochi mesi arritornò più pitocco di prima e pieno di debiti 'nsino a' capelli, e per campare gli conviense richiedere daccapo la limosina.
      Deccotelo dunque Giorgio a girandolare per quelle campagne, e un giorno fece capo alla villa di quella signora che gli aveva regalo la scatola.
      Quando lei lo vedde a quel mo' straccio, subbito gli domandò:
      - Che n'ha' tu fatta della mi' scatola?
      Giorgio si mettiede a raccontargli quel che era successo per filo e per segno, e che il padrone nun gli tieneva la parola di prestargli la scatola tutte le volte che lui n'aveva bisogno.
      Dice la signora:
      - Il tu' merito sarebbe ch'i' ti mandassi via come un cane, perché te nun sapesti fare l'obbligo tuo e custodire a dovere il mi' regalo; in ugni mo', per questa volta ti perdono, e ti darò un'altra scatola. Ma bada, questa non la battere colle nocche in sul coperchio, ma va' a casa del padrone e cerca di barattargliela con la tu' prima e che lui non si accorga dello scambio.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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