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      - I' nun ho sentuto nulla. Chi vo' tu che vienga di notte per queste parti 'gnote?
      Dice la ragazza:
      - Eppure qualcuno ha picchiato alla lapida. Sentite, mamma, ripicchian più forte.
      Dice Testa di Bufala:
      - Guà! lèvati gli zoccoli per nun romper la scala e va' a vedi chi è.
      La ragazza dunque in peduli salisce la scala e manda su la lapida, e trova che c'era lì [311] un giovanotto molle intinto dall'acqua, che gli disse:
      - Scusate, fanciulla! Piove a catinelle e cascan troni da ugni lato, e i' ero per qui a caccia e la burrasca m'ha colto all'improvviso e nun so più addove i' sono. I' sentetti discorrire sotto a questa lapida, e però i' presi l'arditezza di picchiare per domandarvi un po' di ricovero.
      Arrisponde la ragazza:
      - La padrona nun son io. Bisogna ch'i' senta la mamma se 'gli è contenta. Ma chi siete voi?
      Dice il giovanotto:
      - I' sono il figliuolo del Re di questi paesi.
      La ragazza dunque ridiscendette per sapere se Testa di Bufala si contentava di dare albergo a quel figliolo del Re, e siccome lei disse di sì, il giovanotto viense subbito giù.
      L'accolsano con gran cortesia e festa, lo feciano tutto mutare, gli asciuttonno i panni e poi gli ammannirono una buona cena con vini prelibati, e doppo che si fu rifocillato gli diedano un bel letto per dormire.
      Che volete! la cortesia, la festa e il bon viso gli ènno una gran cosa. Quando una ragazza è garbosina e manierata, pole dicerto andare a genio a ognuno; e Dio faccia che tutti i giovanotti le trovino a quel mo' le ragazze da marito!


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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