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      Scrama:
      - Presto, fratelli, o nun siemo più 'n tempo. La Principessa è lì che tira l'ultimo fiato. Presto, corriamo via, che c'èn' più di cinquanta miglia da fare.
      Dice il fratello maggiore:
      - Eh! nun sgomentarti, che a tempo s'arriverà. Su! tutti co' piedi in nel mi' tappeto.
      E accosì in un battibaleno furno in cammera della Principessa, e il fratello più piccino a male brighe nentrato cava dalla scatolina un chicco d'uva salamanna e lo mette 'n bocca dell'ammalata. A quel tocco lei nel mumento si scoté e aperse gli occhi; al secondo chicco rinviolì, e al terzo 'gli era bell'e guarita da saltar giù 'n piedi e domandare che la vestissan le su' camberiere.
      Figuratevi che allegrezze! Ma doppo principiorno i contrasti de' tre fratelli.
      Dice il più piccino:
      - La vittoria 'gli è mia e la Principessa tocca a me, perché insenza le mi' chicca d'uva salamanna lei nun c'era arte che la potessi rinsanichire.
      - Dice 'l mezzano:
      - Ma s'i' nun avevo il canocchiale per vedere tanto da lontano la Principessa 'n fine di vita, le tu' chicca non servivano a nulla; e però i' ho vinta io e la Principessa 'gli è mia.
      Dice il maggiore:
      - Le vostre ragioni a petto del mi' tappeto nun valgano, cari fratelli; perché se nun c'era verso di corrire qui subbito in cammera della Principessa, il canocchiale e le chicca dell'uva salamanna ve gli potevi anco friggere. Dunque, Sua Maestà la deve dare a me la su' figliola.
      E lì letica pare, e durorno de' giorni a battibeccarsi, e nun ci fu giudice, che sapessi mettergli d'accordo.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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