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      Figuratevi con che core quel bambino prendette il bastone! Era un bel bastone lustro, con la manica tutta d'oro, da 'ricantare a soltanto vederlo.
      Dunque il bambino ringraziò lo zio della su' bontà, e doppo camminato un bel pezzo arriva alla solita osteria. Dice:
      - Sor oste, i' vo' albergar qui stasera.
      L'oste subbito fece i su' conti attorno a quel bastone che 'l bambino portava alla scoperta in tra le mane, e la notte in nel mentre che lui credeva il bambino bell'e addormito, e in scambio faceva le viste, l'oste frucò pian piano sotto 'l capezzale e tirò via 'l bastone.
      Il bambino, abbeneché al buio, se ne accorgette del rubbamento e a voce piana disse:
      - Bastone! bastona, bastona!
      Di repente le legnate gragnolavano insenza misericordia: ugni cosa rotto, il cassettone, la spera, tutte le seggiole, tutti e' vetri della finestra, e macolato a morte l'oste e quelli che corsane al rumore.
      L'oste a squarcia gola sbergolava:
      - Libberami, bambino, i' son morto!
      E il bambino gli arrispondeva:
      - Che! nun vi libbero, se vo' nun mi rendete le mi' robbe, il Ciuchino caca-zecchini e il tovagliolo apparecchia-da-desinare.
      E se l'oste nun volse morire stroncato dalle legnate, bisognò bene che acconsentissi alle brame del bambino.
      Quando la su' robba l'ebbe riavuta, il bambino tornò a casa sua dalla mamma e gli fece il racconto di quel che gli era successo, e po' disse:
      - Ora, nun s'avrà più bisogno di nulla. I' ho un Ciuchino che caca munete, un tovagliolo che apparecchia da mangiare a mi' volontà, e un bastone per difendermi da chi mi dà noia.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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