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      Doppo un po' di contrasto finalmente un de' ladri calò giù le gambe per rientrare, ma Paolino che steva attento fu lesto a abbrancargliele e a bociare:
      - Oh! birbone!
      Gua'! Quello credé che fusse 'l Vescovo, ritirò via le gambe con uno strattone, e poi urlando tutti per la gran paura scapporno, che pareva gli avessino il diascolo alle rene.
      Allora Paolino nescì fora della sepoltura, che già era giorno quasimente, da un orefice vendiede l'anello di diamanti, e gli toccò tanti quattrini da pagar la cavalla e da avanzargliene un bel sacchetto, sicché lui arritornò a Perugia più ricco di quando partì per vienirsene alla fiera.
     
     
     
     
      NOVELLA XLVI
     
     
     
      La Regina Marmotta
      (Raccontata da Pietro di Canestrino operante)
     
     
     
      Si trovava in nella Spagna un bono e giusto Re, che lui 'gli aveva tre figlioli e di nome si chiamavano Gugliermo, Giovanni e Andreino; il minore di tutti gli era il più caro al padre.
      Il Re Massimiliano accadette che per una grave malattia perse la vista degli occhi, e per via di questa disgrazia chiamorno tutti e' medici del Regno; ma nissuno potiede trovargli la medicina, salvo che uno de' più vecchi gli disse:
      - Lei faccia vienire qualche indovino, che lui forse potrà indovinare da qualche parte il modo della su' guarigione.
      Il Re subbito con un bando comandò che gl'indovini fussano alla su' presenzia e gli domandò, se loro sapevano indovinare la su' malattia e qualche medicina bona per rinsanichirlo. Doppo avere istudiato i su' libri gl'indovini tutti d'accordo gli risposano, che loro nun potevano e nun sapevano indovinarla la su' malattia; 'gli era una cosa troppo difficile: ma siccome assieme con gl'indovini e' s'era introdutto di niscosto anco un vecchio Mago, quando tutti gli altri ebban detto la sua, lui viense 'nnanzi e chiese licenzia di parlare a su' voglia, e disse:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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