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      E abbi giudizio, che insennonò ti tocca a te pure la sorte della Tieresa, se te nun m'ubbidisci. La Tieresa i' l'ho morta.
      A questa nova l'Assunta principiò a urlare e piagnere, e voleva in ugni mo' arritornare a casa sua; ma fu inutile, perché Tonino nun gli diede retta e la condusse per forza alla su' palazzina in mezzo alla macchia; e lì, anco a lei gli comandorno di tienere il quartieri ravviato, d'ammannire da mangiare e stare sveglia la notte per aprir l'uscio, quando i ladri tornavano carichi del rubbato.
      E [389] per le prime volte gli rinuscì all'Assunta questa vitaccia; ma poi stracca, una sera s'addormì per bene e nun potiede libberarsi dall'esser morta come la Tieresa e po' butta dientro la stanza degli ammazzati.
      Dice il più piccino de' fratelli:
      - A questo mo' delle donne qui nun ce n'allèfica. Deccoci daccapo insenza chi ci serva, Tonino, per la tu' maladetta furia.
      Dice Tonino:
      - Che ti sgomenti? I' vo a pigliare l'ultima di queste ragazze, e la donna i' l'ho subbito ritrova.
      Tonino dunque andiede a cercare della Caterina e gli disse, che le su' sorelle bramavano d'averla con seco: alla Caterina nun gli parse vero questo 'nvito, perché lei s'era annoiata a quel modo sola, e voleva portarsi rieto tutti i su' attrazzi; ma Tonino gli disse:
      - Che ne vo' tu fare? Vendi ugni cosa, che addove te vieni nun ci manca nulla, e della robba ce n'è a dovizia e più bella della tua.
      La Caterina, per dargli retta, vendiede ugni su' possesso, la casa, la mobiglia, i vestuari, e quasimente, quando lei montò in carrozza con Tonino, se nun era 'n camicia ci mancava poco.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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