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      La Caterina, doppo averlo rinfrescato, gli disse:
      - Se vo' volete guadagnare una bella somma, vo' dovete aitarmi a fuggire di qui assieme con un giovanotto e menarci tutt'addua alla città reale.
      Dice il vecchio:
      - Come? Se si riscontrano i ladri per la strada, nun c'è scampo per nissun di noi; siem tutti morti.
      - Il modo ve lo 'nsegno io, - disse la Caterina, - per rinuscire nella 'ntrapresa. Ci si nisconde tra 'l cotone della cesta, e se mai si riscontrano i ladri, e vo' gli darete a credere che io nun l'ho volsuto il cotone, perché cattivo, e che vo' ate 'mprumesso di barattarmelo. 'Gnamo! se c'è del pericolo, c'è anco 'l caso di diventar ricco per voi.
      Il vecchio la cancugnò un bel pezzo, perché, a dirla stietta, lui aveva una gran paura; ma finalmente tirato dall'ingordigia della mancia fu d'accordo, e fece accomidare la Caterina e il figliolo del Re giù sdraiati 'n fondo alla cesta, e po' gli ricoperse [392] tutti con le balle del cotone, e, serrato l'uscio della casetta, s'avviò 'n verso la città reale: ma propio 'n sul confino dei bosco deccoti i cinque ladri che vienivan correndo come tanti cavalli scavezzati.
      Urla il Capo-ladro:
      - Ferma, vecchio. Addove te ne vai? Perché l'ha te riporto addietro il cotone?
      Il vecchio fece le viste d'essere innocente; ma però dientro gli sbatteva 'l core e n'avea, con vo' rispetto, al culo quanto una palla di gallonzoli; in ugni mo' arrispose franco:
      - Che donna vo' ate trovo, genti mia! 'Gli è una grazia quella! Insin che vo' la tienete, i vostri 'nteressi nun posson ire che a bene.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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