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      Ma Tonino duro, nun gli diede punta retta, e siccome la caldaia di già rimbollorava, lui alzò di peso la Caterina per buttarcela a cocere.
      Allora la Caterina, che del coraggio nun gliene mancava mai, scramò:
      - Aspettate un mumento, che prima di morire ho da chiedervi una grazia.
      Dice Tonino:
      - Nun c'è grazie per tene.
      Ma il più piccino s'inframettiede al solito e gli rinuscì ottenere che Tonino la riposassi 'n terra la Caterina e la lassassi parlare:
      - I' bramo ritornare 'n cambera mia, tanto per dar l'ultimo bacio al mi' sposo.
      - Che, che! - bociò Tonino.
      - Questo poi nun lo posso permettere.
      E voleva riagguantarla quella disgraziata e tuffarla giù nella caldaia bollente.
      Il più piccino però disse:
      - 'Gnamo, le grazie si concedono a tutti e' condannati a morte. Che c'è di male se la Caterina va su 'n cambera? Tutti dormono come chioppi in nel palazzo e nemmanco le cannonate gli poterebbano scionnare, e no' siem qui padroni del baccellaio. Fagliela, Tonino, questa grazia.
      Tonino nun voleva in nissun modo; ma si vede propio che l'ora del minchione viene a ognuno, sicché alle suppliche del su' fratello piccino finì che nun seppe dire più di no, e la Caterina lesta come un uccello salì in cambera soa.
      Lei s'era 'nsospettita che 'n quegli addormiti in nella Corte ci fusse sotto qualche 'ncanto, e a male brighe arriva, si mettiede con furia a buttare all'eria ugni cosa, sicché in nel frucandolare anco sotto al capezzale cascò la lettera 'ncantata e di ripente tutti si svegliorno.
      La Caterina subbito urla:


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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