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      - A' ladri, a' ladri! Gli ènno 'n cucina, corrite a chiappargli, - e si sviene.
      I ladri nun furno a tempo a svignarsela, ma gli arrestorno e i quattro primi gli ebban la testa tagliata dal boia; al più piccino soltanto gli fu perdonato per la su' bontà: poi il Re mandò a pigliare le ricchezze de' ladri, e le fece regalare per lemosina a' poveri del su' Regno.
      E accosì finirno que' birboni.
     
     
     
     
      NOVELLA XLVIII
     
     
     
      Il Viaggiatore turinese
      (Raccontata da Benvenuto Ginanni riquadratore)
     
     
     
      C'era in nella città di Turino un omo benestante che aveva tre figlioli maschi, e il maggiore di questi figlioli s'addomandava Giuseppe, un giovanotto 'ngegnoso e che sempre ruminava dientro al capo di fare un viaggio. Lui voleva andarsene in ugni modo a vedere Costantinopoli; ma il padre di quest'idea del su' figliolo nun era punto contento, sicché un bel giorno che il figliolo gli disse, che lui addirittura bramava di partire, il padre arrispose:
      - No, che a me nun mi garba. Te siei il mi' figliolo maggiore, ed ho risoluto di darti moglie in scambio. Te ha' da rimanere con meco qui 'n casa, e diventare 'l capo della famiglia e l'erede del mi' nome.
      Nunistante Giuseppe si protestò addirittura che lui moglie e' nun la voleva, perché la su' propia simpatia era quella soltanto di viaggiare, e che era troppo 'ngiusto che 'l su' amato padre lo sforzassi a una cosa che nun gli garbava; sicché 'l padre, vista l'ostinatezza di Giuseppe, per nun darsi vinto per l'affatto studiò un ripiego con la speranza che la sorte gli rinuscissi secondo il su' desìo.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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