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      Sicché Giuseppe s'addeva con comido a ammannire ugni cosa per la su' intrapresa, quando a un tratto 'gli ascolta il solito miserere d'un mortorio, e vede spalancarsi la bocca della caverna: poi [401] calano giù un catavere d'un omo, e rieto una donna viva col lume acceso e un pianieri di robbe mangiarecce.
      Sverto Giuseppe si nascondé addoppato a un macigno, e 'gli aspettava che riserrassino la buca per appalesarsi a quella sciaurata.
      La donna 'n scambio, a male brighe si fu accosta al baule, lo ricognobbe diviato per il baule di Giuseppe, e principiò a lamentarsi e a dire:
      - Poero il mi' Giuseppe! A quest'ora lui sarà bell'e morto, e anco a me e' m'è tocca la listessa barbara sorte.
      Subbito Giuseppe capì a simile discorso che la donna era la moglie del pescatore e dapprima stata la su' dama, e di repente nuscì fora e scramò:
      - No, che nun sono per anco morto, e hoe di bone speranze che si possa fuggir via assieme da questa maladetta sepoltura.
      La donna rimanette mezzo 'mpaurita alla comparsa 'mprovvisa di Giuseppe, che davvero nun se l'aspettava lì vivo; ma poi 'gli ebbe grand'allegrezza e soltanto disse:
      - E' si sarebbe e' primi a essere libberi doppo seppelliti 'n questa buca. Ma come t'è egli mai vienuta un'idea accosì bella? Addove le fondi le tu' speranze?
      Allora Giuseppe gli arracontò tutto quel che gli era successo, e che a mezzanotte lui voleva provarsi a tiener rieto all'esofo 'nsino a che nun arrivava all'aria aperta; e gl'imprumesse che lui sarebbe arritorno o a morire con seco, oppuratamente a libberarla perché divienisse la su' legittima sposa.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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