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      Si caricorno alla meglio tutta la robba addosso, e quasimente di corsa in sulla levata del sole gli avevan già trapassato il confino, e vienuti dinanzi al Soprano, quando lui sentiede il racconto di quel che gli era successo, furno loro accolti con gran bontà, e per comandamento reale gli messano a albergo nel su' medesimo palazzo di quel Re.
      Con lo stare dimolti anni in quel Regno a Giuseppe gli nascerno tre be' figlioli, e abbeneché nun gli mancassi nulla e fusse diventato primo Ministro, in ugno mo' e' nun gli garbava quel soggiorno lì obbligato e quasimente in ficura di stiavo.
      Lui diceva ugni tanto alla su' moglie:
      - I' vo' andarmene, vo' trovare qualche mezzo per fuggire da quest'isola.
      Ma il male era che gli badavano a Giuseppe per la paura che lui nun gli scappassi, sicché pareva dimolto difficile dipartirsi 'nsenza vienire 'mpedito. Nunistante, siccome la bramosia d'una cosa rende l'omo industrioso, Giuseppe almanaccò di fabbricarsi una barchetta con la scusa di servirsene per su' passatempo, e quando l'ebbe fabbricata, tutti e' giorni si metteva a vogare per il mare assieme alla moglie e sempre 'n vista della spiaggia e poi arritornava al palazzo. Accosì gli rinuscì a Giuseppe di sminuire il sospetto di quelle genti, che cominciorno a credere, che 'n quelle spasseggiate nun ci fusse sotto qualche tradimento.
      Ma in una notte serena Giuseppe s'imbarcò alla rifruga, prendette con seco la moglie, i figlioli, il su' baule e le ricchezze portate via dalla caverna de' morti, e poi a forza di remi corse tanto, che l'isola nun la vedevano più; anzi 'n lontananza con quel chiarore di luna gli parse a Giuseppe di scorgere un bastimento e diviato agguantò la tromba marina e chiamò a soccorso.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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