Pagina (531/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Finito il desinare, in sul momento di separarsi il Vecchio volse che 'n tutti e' modi 'l signore forastiero gli promettessi d'onorarlo alla su' abitazione, e gli disse:
      - Badi, i' nun sono tanto ricco da fargli un trattamento degno della su' persona; ma lei gradirà la mi' bona 'ntenzione, e almanco poterà visitare a su' piacere la casa del su' fido cognoscente e amico.
      Giuseppe 'gli accettò subbito lo 'nvito, e quando fu dal Vecchio s'accorgette che nun avevano mutato quasi nulla. Dice:
      - Gradirei vedere la cambera del su' figliolo e sincerarmi se i cento fiorini d'oro ci sono davvero sotto la mattonella.
      Anderno diviato 'n cambera, che steva tale e quale, co' medesimi panni, il medesimo letto e tutto, siccome il giorno che Giuseppe la dibandonò per il su' viaggio; e lui, toccata con un piedi la mattonella smossa la fece schizzare via, e ci ritrovò i cento fiorini d'oro che avea detto.
      Doppo disse:
      - Infrattanto che ammanniscano il desinare, mi garberebbe darmi una pulita e lavarmi le mane e il viso.
      - Faccia pure il comido suo, - arrispose il Vecchio, - e lo lassamo qui dientro con la su' libertà.
      Allora Giuseppe si levò i su' vestiti e si mettiede quelli che portava ne' tempi passi e buttò via la barba finta, e quando lo chiamorno a desinare comparse nel salotto in nella su' propria ficura.
      Ficuratevi che feste, che allegrie! Si ricognobbano, s'abbracciorno e gran trionfi da nun si dire; e da ultimo Giuseppe si ristabilì nella su' casa e lì per sempre ci rimanette.
     
     
     
     
      NOVELLA XLIX
     
     
     
      La Manetta di morto


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Vecchio Vecchio Giuseppe Vecchio Giuseppe Giuseppe Manetta