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      E la listessa sorte ti toccherà anco a te, se ti girassi operare di tu' capriccio.
      Alla Caterina gli mancò poco che num gli viensano le convulsioni a quella nova; ma si fece forza per nun si tradire, perché subbito pensò che era più meglio infingersi, e accosì forse avere un bel pan di ricatto; sicché la disse:
      - Avete fatto bene, Tognarone, a gastigarle le mi' sorelle; e vo' nun vi dubitate, che di me nun poterete lamentarvi. Comandate pure, ch'i' son pronta a ubbidirvi 'n tutto e per [410] tutto.
      - Brava, la mi' Caterina! - sbergola Tognarone: - accosì mi garbi. Ora te ha' da sapere, ch'i' ho per costume di star fora magari otto giorni per i mi' 'nteressi: te siei padrona spotica, ma soggiornami 'l quartieri, e poi dientro la dispensa c'è una Manetta di morto, e i' vo' che te la mangi al tu' desinare. Dunque addio, e alla rivista.
      E se n'andiede al solito.
      'Gli era istata 'n sull'undici unce la Caterina di saltargli addosso e sgraffiarlo Tognarone, quando lei sentette quel brutto comando; ma con l'idea di scoprire tutte le su' birbonate e fargliela pagar cara, non gli arrispose, e a male brighe che lui fu nuscito, lei pigliò la Manetta, la mettiede in una pentola a bollire, e lì foco 'nsenza discrizione giorno e notte, sicché la Manetta, bolli bolli, finì con distruggersi per l'affatto, che nun ce ne rimané nemmanco l'ombra; e po' la buttò nel logo il fondigliolo; e in nel mumento che Tognarone riviense a casa e' gli disse d'averlo ubbidito, quel mammalucco bisognò bene che lo credessi, perché gli fu inutile di girellare dappertutto e chiamare, come quell'altre volte: "Manetta, mi' Manetta, addove sie' tu?


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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