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      Dice il giovanotto:
      - Pur troppo! La Marchese doppo tante imprumesse e spergiuri m'ha rimando, perch'i' nun so' ricco al su' paragone. Dunque, babbo, i' nun ci vo' più stare 'n questi paesi; i' vo' ire a fare il Mercante di sale.
      Dapprima il padre si provò a consolarlo il giovanotto, a mettergli 'nnanzi i risti che lui risicava d'incontrare; ma quando lo vedde risoluto nella su' idea, gli comperò un grosso bastimento, gliel'empiette tutto di sale, e con la su' santa benedizione gli permettiede che partissi.
      Doppo avere navicato dimolti mesi il giovanotto arriva a un paese e lì scende, e va a desinare a un'osteria, in dove c'erano un branco di signori a tavola per su' divertimento; ma a male brighe che il giovanotto principiò a mangiare, s'accorgé che la [416] minestra e le pietanze nun sapevan di nulla; e' ci mancava dientro il sale.
      Dice:
      - Oste, tutta questa robba 'gli è sciocca al mi' palato e nun è bona. I' ho con meco portato una polvere, che a mettercela con mitidio la fa subbito saporita. Volete ch'i' la provi?
      - Oh! - gli arrispose l'oste, - faccia lei!
      E 'nfrattanto tutti que' signori gli stevano attenti per cognoscere quel che arebbe operato il giovanotto forestiero. Lui dunque salò ugni cosa, e quando l'ebbano assaggia e' rimasano, perché in quel paese del sale nun se ne servivano per l'avanti, e nun rifinivano dal domandare:
      - Che la vende questa polvere? Che ce n'ha dimolta lei? La compero io, la compero io.
      Dice il giovanotto:
      - I' n'ho un bastimento pieno zeppo, e i' la do al più meglio compratore.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Marchese Mercante