Pagina (610/665)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Di lì a un po' rideccoti 'l coco e s'accorge del rubbamento; sicché corre dal figliolo del Re per sapere se lui gli aveva fatta quella burla.
      - Ma ti pare! - dice il giovanotto: - s'i' nun mi son mosso di qui. Sarà stato 'l gatto, un cane.
      - Che! - fa 'l coco. - E' nun manca lo stracotto soltanto, ma la marmitta e tutto.
      Scrama 'l Principe:
      - Bada, e ci scommetto! 'Gli è stata quella malestrosa della Caterina. Mettici la tagliola al focolare, e se lei ci torna, accosì ci resta chiappata, e allora me la paga.
      Passorno diverse settimane e in nella cantina del Palazzo reale mutavano 'l vino sicché 'l frazio si spandeva fora e la mezzana nun steva più alle mosse dalla gran bramosia di beverne qualche bicchiere.
      Subbito cerca la sorella Caterina e lì a pregarla che andessi a [466] pigliarne un fiasco almanco per cavarsene la voglia, e prega e riprega, da ultimo la Caterina bisognò che la contentassi.
      Difatto si fece la Caterina calare dientro la cantina a buio dalle su' sorelle e del vino ne prendette per dimolti barili, massime di quel bono scelto, e poi per dar noia al figliolo del Re, prima di nuscire diede la stura alle botti e lassò che si verciassi lì per le terre tutto il resto del vino.
      A giorno il cantinieri scionnato sentiva un pisciolìo sotto al palazzo e nun si sapeva raccapezzare d'addove vieniva; porge l'orecchio, fa campana e s'insospettisce di qualche malestro, sicché salta da letto 'n furia e sceso giù 'n cantina s'arritrova 'n mezzo a un lago di vino. Poer'omo! Principiò a sbergolare con le mane ne' capelli:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





Principe Caterina Palazzo Caterina Caterina Caterina