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      E' finì al solito, che 'l giovanotto diede 'l ferraiolo alla Principessa, e lei se lo buttò 'n sulle spalle e sparì diviato, e nun riviense da quel bue, che rimanette lì a [477] aspettarla 'nsino a giorno solo 'n mezzo del salone; sicché di lì a un po' deccoti 'l servitore che gli domanda:
      - O rustico, che volete 'n queste parti? Che 'gnoranza è la vostra di nentrare in nel palazzo del Re? Aresti a essere un ladro. Via! e lesto, o vi pago a sòno di legnate.
      Dice il giovanotto:
      - Nun s'arriscaldi. I' ho dato un oggetto alla Principessa, perché lo vegga 'l Re, e lei deve riportarmelo, e però i' aspetto.
      Fa 'l servitore:
      - Ma che oggetto? Che 'nvenzioni te mi trovi? La Principessa nun n'ha bisogno della robba degli altri e nun sta in confidenzie con la canaglia. O te ne vai, che vo' chiudere 'l portone, o te risti di buscarne da arricordartene per un pezzo.
      Al giovanotto gli principiò a montar la mosca al naso per quelle male parole, e poi, tardi veh! e' gli s'apersano gli occhi in sul tradimento della Principessa, e però si mettiede 'n lite a bono.
      Ma di repente decco che sbucano i soliti soldati co' un randello tra le mani, e 'nsenza rembolare scaricano a quel disgraziato una gragnola di botte 'n sulle costure, e tutto macolo e pesto lo pintano a calci fora del palazzo; sicché lui 'gli ebbe di catti di nun rimaner morto, e brindellon brindelloni nuscì dalla città bene scorbacchiato e durò dimolta fatica a riscontararsi co' su' fratelli in nel logo fisso per l'avanti.
      Ficuriamoci se gli girava a que' tre, che per essere stati tanto mammalucchi gli avevan perso ugni loro ricchezza!


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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