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      Rimesso che fu 'n casa sua Fiordinando nun s'addimostrava più quel di prima; i libri gli devan quasimente noia e steva ugni sempre imbroncito, uggioso e appassionato.
      Su' madre se n'addiede subbito, e badava a tirargli su' le calze per cognoscere la ragione d'un simile mutamento: di' oggi, prega domani, finalmente Fiordinando gli appalesò le su' avventure nel bosco, e gli disse pane pane che s'era 'nnamorato cotto di quella bella Regina, ma che nun sapeva come fare per averla nel su' possesso, massime che nun potette mai in du' notti cavargli una parola di bocca e che tutti parevano mutoli nel palazzo.
      Dice la madre:
      - Tornaci a cena, e quando la Regina ti siede accanto, te fa' modo di buttargli la posata 'n sul solaio, e appena lei s'acchina per raccattarla e te levagli 'l velo di capo. Vederai che qualcosa lei lo dirà.
      Fiordinando nun intese a sordo, e sellato il cavallo corse a gran carriera al palazzo del bosco, addove fo ricevuto come al solito.
      A cena lui si diportò secondo 'l consiglio della su' mamma, e con un gombito fece ruzzolare per le terre la posata della Regina, che s'acchinò giù per ricorla, e in quel mentre Fiordinando gli prendette 'l velo d'in su la testa.
      A quell'atto la Regina s'alza tutta 'nfiammita e scrama:
      - Oh! malaccorto, te m'ha' tradito! S'i' potevo dormire un'altra notte con teco 'nsenza parlare e 'nsenza scoprirmi, il mi' destino era che te fussi 'l mi' sposo. Ma ora 'gli è guasto l'incanto. Ora dovrò andarmene a Parigi per otto giorni e di lì a Pietroburgo per esser giocata alla giostra, e chi sa mai a chi tocco.


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Sessanta novelle popolari montalesi
di Gherardo Nerucci
Editore Le Monnier Firenze
1880 pagine 665

   





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