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      Permettono i Signori Sindaci Inquisitori alle Cernide, Caporali e Capi di Cento (il capitano Sandracca era un Capo di Cento, o anche di cinquanta o di venti secondo il buon volere dei subalterni, che si arrogava il titolo di capitano in vista delle sue glorie passate) permettono loro, dico, di portare liberamente il schioppo scarico per le città e terre murate per transito, non mai alle chiese, feste, mercati, né accompagnando cittadini. - Potranno inoltre, cosí gli Illustrissimi Sindaci, nei casi di Mostre, Mostrini, Mostroni e Pattuglie esser armati oltre al fucile, della bajonetta; restando vietato il pugnale, proibito nelle vecchie Parti, e convertito ora nell'uso impudente di coltelli, arma abominevole ad ogni genere di milizia e condannata da tutte le leggi. - Questo paragrafo colpiva piucché le Cernide i prepotenti castellani i quali, reclutando in esse i famosi buli, armavano fino ai denti i piú arrischiati e se li tenevano intorno per le consuete soperchierie. Convien però soggiungere a lode dei Conti di Fratta, che i loro buli erano famosi nel territorio per una esemplare mansuetudine, e che, se ne tenevano, gli era piú per andazzo che per tracotanza. Il capitano Sandracca, antico eroe di Candia, vedeva con raccapriccio questa genia, diceva egli, di scorribanda irregolare; e tanto erasi adoperato presso il Conte che gli avevano relegati in un camerotto vicino alla stalla, e lo stesso Marchetto cavallante, che all'occorrenza n'era il capo, non poteva entrare in cucina senza depor prima nell'andito le pistole e il coltellaccio.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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