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      Ma io, che ci aveva la mia idea fissa, ne aveva una bile ed un crepacuore indicibile quando mi vedeva scartato e mi toccava lasciarla soletta col figliuolino del castaldo o con quello dello speziale di Fossalta. Vedete che la non era neppur tanto sottile sulla scelta. Le bastava di cambiare: ed è poi anche vero che dei piú sudici o malcreati la si stancava piú presto che d'ogn'altro. Ora che ci penso freddamente (son cose d'ottanta anni fa o poco meno) io dovea inorgoglirne; ché a me solo restava qualche volta il vanto di godere per tre giorni filati delle sue grazie, e se agli altri ragazzini il turno scadeva ogni mese, a me esso si ripeteva quasi tutte le settimane. Altrettanto girevole che la era e arrogante nel congedare, la si faceva poi negli inviti lusinghiera ed imperiosa. Bisognava ubbidirle, ad ogni costo, ed amarla come imponeva lei; e ridere anche per soprammercato, perché se le accadeva di
      trovar il broncio allo sposo, era anche sí trista da percoterlo. Io credo che mai corte d'Amore sia stata governata da una sola donna con tanta tirannia. - Se mi arresto a lungo sopra questi incidenti puerili gli è perché ci ho le mie ragioni; e prima di tutto perché non mi sembrano tanto puerili come alla comune dei moralisti. Lasciando andare, che, come accennava in addietro, anche i ragazzi hanno la loro malizia, non mi pare per nessun conto dicevole e profittevole quella libertà fanciullesca dalla quale sovente i sensi vengono stuzzicati prima dei sentimenti, con sommo pericolo dell'euritmia morale per tutta la vita.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Fossalta Amore