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      Intanto vi prego a non perdermi la stima, se mi troverete in un tratto della mia vita far baldoria e lega con contadini e bettolanti. Vi prometto che mi vedrete con commodo uomo d'importanza, e frattanto ritorno fanciullo per narrarvi le cose con ordine.
      V'ho detto che io costumava andare a letto mentre ancora si giocava in tinello; ma il gioco non tirava innanzi gran fatto, perché alle otto e mezzo in punto lo si lasciava per intonare il rosario; e alle nove si mettevano a cena, e alle dieci il signor Conte dava il segnale della levata ordinando ad Agostino di accendergli il lume. La comitiva allora sfilava dalla porta che metteva allo scalone, opposta a quella che conduceva in cucina. Dico scalone per modo di dire, ché l'era una scala come tutte le altre; sul primo pianerottolo della quale il signor Conte usava sempre fermarsi e tastar il muro per trarne il pronostico della giornata ventura. Se il muro era umido il signor Conte diceva: - Domani tempo cattivo -; e il Cancelliere dietro a lui ripeteva: - Tempo cattivo -; e tutti soggiungevano con faccia contrita: - Cattivo tempo! - Ma se invece lo trovava asciutto il Conte sclamava: - Avremo una bella giornata domani -; e il Cancelliere ancor lui: - Una bellissima giornata! -; e tutti poi giù giù fino all'ultimo scalino: - Una bellissima giornata. - Durante questa cerimonia la processione si fermava lungo la scala con grandi spasimi della Contessa che temeva di prender una sciatica fra tutte quelle correnti d'aria. Monsignore invece aveva tempo di appiccar il primo sonno, e toccava a Gregorio sostenerlo e scuoterlo, se no tutte le sere egli sarebbe rotolato sulla signora Veronica che gli veniva dietro.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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