Pagina (111/1253)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli parteggiava per la stabilità delle professioni nelle famiglie, e voleva ad ogni costo che suo figlio ereditasse da lui i clienti e le lancette. Il signor Lucilio non divideva quest'opinione, rispondendo che il diluvio c'era stato per nulla se non avea sommerso neppur queste rancide dottrine di tirannia ereditaria. Però si era piegato all'obbedienza, e aveva studiato i suoi cinque anni nell'antichissima e sapientissima Università di Padova. Era uno scolaro molto notevole per la sua negligenza; che non solea mai sfigurare nelle rare comparse; che litigava sempre coi nobiluomini e coi birri, e che ad ogni nevata accorreva sempre il primo al parlatorio delle monache di Santa Croce per annunciare la novità. È noto piú o meno che chi riusciva in questa priorità, aveva dalle reverende il regalo d'una bella cesta di sfogliate. Lucilio Vianello ne avea vuotate molte di queste ceste prima di ottenere la laurea. Ma ora siamo al punto dell'eterna quistione fra lui e il suo signor padre. Non ci avea modo che questi potesse indurlo a conseguire quella benedetta laurea. Gli metteva in tasca i denari del viaggio per l'andata ed il ritorno, piú l'occorrente per la dimora d'un mese, piú la tassa del primo esame; lo imbarcava a Portogruaro sulla barca postale di Venezia; ma Lucilio partiva, stava e tornava senza denari e senza aver fatto l'esame. Sette volte in due anni egli fu assente in questo modo ora un mese ed ora due; e i professori della Facoltà medica non avevano ancora assaggiato la sua prima propina.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Lucilio Università Padova Santa Croce Vianello Portogruaro Venezia Lucilio Facoltà