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      Peggio che peggio! Sfido l'immaginazione d'un napoletano di giungere a conclusioni piú certe di quelle cui giunsi io; e per me allora io avea finito col decidere che non potea saperne nulla. Tutto ad un tratto il negro soggetto di tali fantasticherie mi si volse incontro col suo gran barbone e mi chiese colla solita voce poco aggraziata:
      - Mastro Germano ce l'avete ancora a Fratta?
      - Sissignore! - risposi dopo un guizzo di sorpresa per quella vociata repentina. - Egli regola ogni giorno l'orologio della torre; apre e chiude il portone; e spazza anche il cortile dinanzi la cancelleria. Egli è molto dabbene con me e molte volte mi conduce a veder le ruote dell'orologio, insieme alla Pisana che è proprio la figliuola della signora Contessa.
      - Monsignor di Sant'Andrea ci viene spesso a trovarvi? - mi domandò ancora con una risata.
      - Gli è il confessore della signora Contessa; - dissi io - ma gli è un pezzo che non lo vedo, perché ora, dopo che ho incominciato a veder il mondo, sto in cucina meno che posso.
      - Bravo! bravo! la cucina è pei canonici! - continuò egli. - Adesso puoi scendere, scoiattolo; ché siamo a Fratta. Tu sei il piú buon cavalcatore del territorio, me ne congratulo con te!
      - S'immagini! - soggiunsi saltando a terra - ci andava sempre a cavallo io dietro a Marchetto.
      - Ah! sei tu quel pappagallo che gli stava dietro anni sono - riprese colui ridacchiando. - Prendi, prendi; - aggiunse dandomi una buona impalmata sulla nuca - dagliela per mio conto al cavallante questa focaccia; ma giacché sei suo amico non dirgli che mi hai veduto da queste bande: non dirglielo, né a lui, né a nessuno, sai!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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