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      La Clara entrò nel bugigattolo per ascoltare dal medico la ragion del mio male e confortarmi con dire che la Contessa in vista della mia malattia non si sarebbe ostinata nel castigarmi tanto severamente, e purché dicessi a lei la verità circa alla sera prima, mi avrebbe anche perdonato. Io le risposi che la verità l'aveva già detta, e sarei tornato a ripeterla; e che se pareva strano a loro che andando a zonzo senza saper dove avessi passato quasi un'intera giornata, lo stesso sembrava anche a me, ma non sapeva che farci. La Clara allora m'interrogò su quel luogo cosí maraviglioso e cosí pieno di luce di sole e di colori ove diceva essere stato; e ripetutane ch'io n'ebbi con grand'enfasi la descrizione, la soggiunse che forse Marchetto aveva ragione e che io poteva essere stato al Bastione di Attila, che è un'altura presso la marina di fianco a Lugugnana dove la tradizione paesana vuole che venendo da Aquileia abbia tenuto suo campo il re degli Unni prima di essere incontrato dal pontefice Leone. Peraltro da Fratta a là correvano sette buone miglia pei traghetti piú spicci, e non sapeva capacitarsi che nel ritorno nonmi fossi smarrito. E la mi disse per giunta che quella tal bella cosa immensa azzurra e di tutti i colori nella quale si specchiava il cielo era per l'appunto il mare.
      - Il mare! - io sclamai - oh qual felicità menar la propria vita sul mare!
      - Davvero? - disse il signor Lucilio. - Eppure io ci ho un cugino che gode da molti anni di questa felicità e non ne è gran fatto contento.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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