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      - Sí, sí, Martinella! e non mancatemi! - soggiunse quell'uomo stringendo colle gambe il ventre del puledro e prendendo di gran corsa per la strada della laguna. Quando fu lontano egli si volse per far alla vecchia un segno verso la strada per la quale era venuto; poi cavallo e cavaliero scomparvero nella polvere sollevata dalle zampe di quello.
      Io stava tutto intento a quella scena quando, togliendo gli occhi dal luogo ove era scomparso il cavallo, li portai sulla campagna dirimpetto dove vidi appunto la Pisana e il fanciullo dello speziale che correvano molto affannati alla mia volta. Io pure mi diedi a correre verso di loro, e la Martinella mi gridava: - Oh dove corri ora, Carlino? - ed io a risponderle: - La è là, la è là la Pisana! Non la vedete? - Infatti raggiunsi la ragazzetta, ma la era tanto pallida e smarrita, poverina, da far compassione.
      - Per carità, Pisana, cos'hai, ti senti male? - le chiesi sostenendola pel braccio.
      - Ohimè, che paura... che correre... son là con gli schioppi... che voglion passar l'acqua - rispondeva trafelando la ragazzetta.
      - Ma chi sono quelli là cogli schioppi che voglion passare?
      - Ecco - entrò a rispondermi Donato il ragazzo dello speziale che s'era un po' rimesso da quell'ansa spaventata - ecco come la è... Eravamo a giocare sul rio del mulino, quando sboccano sull'altra sponda quattro o cinque uomini con certi ceffi e certe pistole in mano da far paura, i quali parevano cercar qualche cosa ed accingersi benanco a guazzare. E la Pisana si diede a correr via, ed io a tenerle dietro con quante gambe aveva; ma due o tre di loro si misero a gridare: "Oh non avete veduto un uomo a cavallo scappare qui a traverso!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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