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      - Va là! t'ho conosciuto! - disse allora volgendosi un di coloro che era proprio Gaetano. - Sei lo Spaccafumo, e me la pagherai salata questa soperchieria, di volerti immischiare in ciò che non t'appartiene.
      - Sí, sí, sono lo Spaccafumo! - urlò l'altro di fuori. - E non ho paura né di te, né del tuo malnato padrone, né di mille che ti somiglino!
      - Avete udito, avete udito! - riprese Gaetano mentre si rinchiudeva la porta a gran catenacci. - Come è vero Dio che il padrone lo farà impiccare!
      - Sí, ma prima io appiccherò te! - gli gridò di rimando lo Spaccafumo allontanandosi con Leopardo che a malincuore si partiva da quella porta serratagli in faccia.
      E poi il contrabbandiere tornò dietro la siepe, vi tolse il suo puledro, e volle scortare il giovine fino a Cordovado.
      - Oh com'è che sei capitato cosí in buon punto? - gli chiese Leopardo che avea piú vergogna che piacere di dovere all'altrui soccorso la propria salute.
      - Oh bella! io avea già avuto sentore di quello che doveva succedere, e stava lí alla posta! - riprese lo Spaccafumo.
      - Birbanti! manigoldi! traditori! - imprecava sbuffando il giovane.
      - Zitto! è il loro mestiero - riprese lo Spaccafumo. - Parliamo d'altro se ti piace. Oh che ti pare di vedermi oggi cavaliero? Saprai che da poco in qua ho deciso di dar riposo alle mie gambe che non son piú tanto giovani, e mi valgo per turno dei puledri di razza che pascolano in laguna. Oggi toccava questo; e son venuto di sotto a Lugugnana a qui in meno di un'ora ed anco ho portato in groppa a Fratta un ragazzetto che si era smarrito nel palude.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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