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      E cosí è necessario star bene uniti e darsi mano l'un l'altro e aiutarsi in quello che si può per mantenere inviolati i nostri privilegi. La giustizia va bene, anzi benissimo... per quelli che ne abbisognano. Io per me trovo che di giustizia ne ho il mio bisogno in casa mia, e chi vuol farmela a mio dispetto mi secca a tutto potere. N'è vero che anche a lei, signor Conte, non garba per nulla questa pretesa che hanno taluni di volersi immischiare nei fatti nostri?
      - Eh... anzi... la cosa è chiara! - balbettò il Conte, che s'era seduto macchinalmente anche lui, e di tutte quelle parole non altro aveva udito che un suono confuso, e un intronamento, come d'una macina che gli girasse negli orecchi.
      - Di piú - continuò il Venchieredo - la giustizia di quei cotali non è sempre né la piú pronta, né la meglio servita; e chi volesse obbedire pecorilmente a lei, potrebbe trovarsi alle prese con chi è di diverso parere, ed ha ai suoi comandi un'altra giustizia ben altrimenti spiccia ed operativa!
      Queste frasi pronunciate una per una, e sarei per dire sottosegnate dall'accento fermo e riciso del parlatore, scossero profondamente il timpano del Conte, e fecero ch'egli alzasse un viso non so se piú scandolezzato o impaurito dall'averle comprese. Siccome peraltro il dimostrarsene offeso poteva esporlo a qualche spiacevole schiarimento, cosí fu abbastanza diplomatico per ricorrere una seconda volta al solito sorriso che gli ubbidí meno ritroso di prima.
      - Veggo ch'ella mi ha capito - tirò innanzi l'altro - ch'ella è in grado di pesare la forza delle mie ragioni, e che il favore ch'io vengo a chiederle non sembrerà né strano, né soverchio.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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