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      Soltanto presso la moglie del Correggitore si passava questo limite per giungere fino al mezzo ducato; ma l'invidia si vendicava di questa fortuna coll'accusar quella dama di avidità e perfino di trufferia. Alcune veneziane maritate a Portogruaro o accasatevi cogli sposi per ragioni d'uffizio, facevano causa comune colle signore del luogo contro il primato della signora Correggitrice. Ma costei aveva la fortuna di esser bella, di saper mover la lingua da vera veneziana, e di dardeggiare le occhiate piú lusinghiere che potessero desiderarsi. I giovani le si affollavano intorno in chiesa, al caffè, in conversazione; ed io non saprei dire se gli omaggi di questi le fossero piú graditi dell'invidia delle rivali. La moglie del Podestà, che gesticolava sempre colle sue manine bianche e profilate, pretendeva che le mani di lei fossero proprio da guattera; la sorella del Soprintendente asseriva che l'aveva un occhio piú alto dell'altro; e ciò dicendo allargava certi occhioni celesti che volevano essere i piú belli della città e non rimanevano che i piú grandi. Ognuno notava nell'emula comune brutte e difettose quelle parti che in sé credeva perfette: ma la bella calunniata, quando la cameriera le riportava queste gelose mormorazioni, si sorrideva nello specchio. Aveva due labbra cosí rosee, trentadue denti cosí piccioletti candidi e bene aggiustati, due guancie cosí rotonde e vezzeggiate da due fossettine tanto amorose, che solo col sorriso pigliava la rivincita di quelle accuse.
      Potete figurarvi che la nobildonna Frumier appena arrivata ebbe subito intorno una gran ressa di queste leziose.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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