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      Ma oggimai due sere per settimana c'era ben altro che veglia! Si doveva andarne a passar la sera a Portogruaro nella conversazione di Sua Eccellenza Frumier. Impresa pericolosissima con quelle strade che c'erano allora; ma pur la Contessa ci teneva tanto di non mostrarsi dammeno della cognata, che trovò coraggio di tentarla. Una delle figliuole era già da marito, l'altra cresceva su come la mala erba; la prima intinta appena, la seconda vergine affatto di qualunque educazione, bisognava condurle nel mondo perché pigliassero qualche disinvoltura. E poi bisognava farsi avanti perché gli sposatori ragionano anzi tutto cogli occhi e quelle due pettegole non ci perdevano nulla ad esser guardate. Questi furono gli argomenti messi in campo dalla signora per persuadere il marito ad avventurarsi colla carrozza due volte per settimana sulla strada di Portogruaro. Prima peraltro il prudentissimo Conte mandò una dozzina di lavoratori che riattassero la strada nei passaggi piú scabrosi e nelle buche piú profonde; e volle che il cocchiere guidasse i cavalli di passo, e che due lacchè coi lampioni precedessero il legno. I due lacchè furono Menichetto figliuolo di Fulgenzio e Sandro del mulino, ai quali si buttò addosso per pompa una veste scarlatta ritagliata da due vecchie gualdrappe di gala. Io montava sulla predella di dietro e per tutta la strada che era di tre buone miglia mi divertiva a guardar la Pisana pel finestrino del mantice. Per cosa poi dovessi accompagnarli anch'io in quelle visite durante le quali io restava a dormicchiare nella cucina del Frumier, ve lo spiegherò ora.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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