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      Oh benedetta la prudenza degli avi! - Il giovinastro, com'era ben naturale, pigliò di questi consigli la parte che gli quadrava meglio; si diede a pensar le cose prima di farle, e a nasconderle bene dopo averle fatte. La gente non gridò piú tanto; le spose e le ragazze del paese beccarono qualche spillone, qualche grembiule di seta; il padre Pendola era benedetto da tutti, e il nuovo castellano dovette forse a lui, se non la salute dell'anima, certo quella del corpo. Infatti la fama che lo avea dipinto sulle prime come il vero flagello della castità si tacque improvvisamente; Raimondo ebbe voce di giovine discreto e gentile; gli piaceva sí scherzare, ma non fuori dei limiti; e non si schivava dall'usar cortesia a qualunque genere di persone. Per esempio egli adorava tutti i mariti che avevano mogli giovani e leggiadre; fossero benestanti o mandriani non fu mai caso che egli usasse loro il benché minimo malgarbo. Ascoltava pazientemente le loro filastrocche, li raccomandava al Cancelliere, al fattore; e portava loro fino a casa la risposta di un'istanza esaudita, o d'un conto saldato. Se anche poi il galantuomo si trovava per avventura assente, egli pazientava aspettandolo, e la moglie poi si lodava assaissimo al marito dell'urbanità e della modestia del padrone. In verità il solo padre Pendola sapeva fare di tali conversioni; e in tutta la popolazione e nel clero dei dintorni fu una voce generale a proclamarlo una specie di taumaturgo.
      La Doretta Provedoni era stata fra le prime ad attirare i pronti omaggi di Raimondo; ma a Leopardo non andavano a' versi la smancerie del cavaliere, e con grandi strepiti della moglie avea trovato modo di cavarselo dai piedi.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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