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      - Dissi cosí, e non nego ora quello che dissi tante volte - soggiunse egli. - Il mio spirito rimarrà sempre fra voi, perché la parte sua migliore si è transfusa nell'anima vostra col santo canale dell'educazione; e quanto alla sposa, siccome io avrei cura di sceglierla conforme alle massime della buona morale, essa corrisponderà perfettamente alle mire ch'io ho nel confidarvela. Questo, Raimondo, questo è quel vincolo spirituale che dipende dalla piú intima parte del mio cuore e che rimarrà sempre fra voi e vostra moglie!...
      Raimondo a questi schiarimenti del precettore non si mostrò forse cosí malcontento come ne sarebbe rimasto tre mesi prima. Ma in quel momento giungevano al castello, e il colloquio restò sospeso fin dopo cena. Allora lo ripresero di comune accordo, perché al giovine tardava l'ora di conoscere il nome della sposa che nel cervello del padre Pendola gli veniva destinata.
      - Raimondo, quel nome voi lo sapete! - disse con voce di dolce rimprovero il soavissimo padre - io ve lo leggo negli occhi, e voi avete peccato di poca confidenza nel vostro unico amico a non partecipargli il voto del vostro cuore.
      - Che! sarebbe vero? Ella, padre, lo ha indovinato cosí presto?
      - Sí, figliuol mio, tutto s'indovina quando si ama. E vi confesso che se la vostra ritenutezza mi afflisse, mi consolò assaissimo la buona scelta che vi venne fatta e che non mancherà d'infiorare la vostra vita di gioie imperiture...
      - Oh, padre! non è vero che è bella come un angelo?... Ha osservato, padre, che occhi, e quali spalle!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Raimondo Pendola