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      - Ma no; padre, l'assicuro...
      - Ma sí, figliuol mio; lasciatevi guidare da chi ne sa piú di voi; lasciate ch'io metta un po' di chiaro in un cuore che conosco meglio di voi; e ne ho il diritto dopo tanti anni che lo studio, che lo indirizzo al suo meglio. Voi amate la contessina Clara; me ne sono avveduto alle cortesi premure che le dimostravate.
      - Sí, padre, fino alla settimana passata, ma ora...
      - Ora, ora poi siccome la Contessina è troppo pudica e ben educata per corrispondervi apertamente e senza il consenso dei suoi genitori, voi avete creduto che non la si commovesse punto alle vostre dimostrazioni, e avete cercato per giungere a lei di addomesticarvi colla sorella. Questa piccina vi ha accolto colle feste, coll'ingenuità propria dell'età sua, e la riconoscenza che le professate di queste buone maniere voi la affigurate per amore! Ma pensateci, figliuol mio, sarebbe una ridicolaggine, una vergogna!
      - Non importa, padre! Si vede che non l'avete mai osservata come ho fatto io con molta accortezza nelle due ultime sere.
      - Anzi l'ho osservata benissimo, e se aveste qualche intenzione sopra di lei, Raimondo caro, bisognerebbe che vi rassegnaste a sette od otto anni di aspettativa, senzaché ella intanto potrebbe cambiar parere. E poi tutti riderebbero di vedervi innamorato di una bambina! E poi sapete che è una vera fanciullaggine adorare un frutto acerbo mentre ne potreste cogliere uno già maturo e saporito!
      - Non so che farne, padre, non so che farne!
      - Ma pensate, figliuol mio, riflettete bene.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Clara Contessina Raimondo