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      Voglio adoperare i vostri stessi argomenti. Vorreste sperare che la Pisana possa superare la contessina Clara nella bellezza dei sembianti, nel candor della pelle, nella perfezione delle forme? Riducetevela bene alla memoria, Raimondo!... Vi sentireste in grado di resisterle?
      - Non so, padre, non so; ma ella certamente non ha voluto saperne di me.
      - Fandonie, credetelo, apparenze, e nulla piú. Puro effetto di pudicizia e di modestia.
      - Bene, sarà anche, ma questi temperamenti agghiacciati non mi talentano.
      - Agghiacciati, figliuol mio? Si vede che non avete esperienza! Ma è appunto sotto queste maniere composte e riserbate che si nascondono gli ardori piú intensi, le voluttà piú squisite!... Credetelo a chi ha studiato il cuore umano.
      - Sarà, padre; anzi mi pare che deve essere cosí; eppure...
      - Eppure eppure!... cosa volevate dire?... Eppure ve lo dirò io!... Eppure non è opera di carità né di prudenza l'affliggere il cuore d'una bella ragazza che sotto le sue apparenze di pace e di modestia vi ama sfrenatamente, non vive che per voi, ed è disposta a farvi dono dei piú santi piaceri che Dio clemente ci abbia conceduto di gustare!
      - Oh, padre! sarebbe vero?... la contessina Clara è innamorata di me?
      - Sí, certo, ve lo accerto, ve lo giuro; volete saperlo?... me lo disse qualcuno di casa sua!... È innamorata, poverina, e muore dal desiderio di piacervi!
      - Quand'è cosí, capisco, padre: mi sono sbagliato. Sett'anni sono lunghi. Io pure fui innamorato della contessina Clara! ed anche adesso a ripensarci su.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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