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      Ecco la coscienza come l'intendiamo noi poveri ministri dell'Evangelo.
      - E cosí pure l'intendo anch'io - rispose umilmente la Clara.
      Che l'avessi persuasa a quest'ora? - pensò di nuovo il reverendo. - Non me ne fido un cavolo davvero
      . Tuttavia fece le viste di crederlo, e alzando le mani al cielo: - Grazie, diletta figliuola in Cristo! - sclamò - grazie di questa buona parola; cosí per questa strada d'abnegazione e di sacrifizio si tocca l'ultimo grado della perfezione, cosí si potrà persuadere con suo grande vantaggio che la potrà diventare ancor piú eccellente sposa e madre di famiglia che non fu fino ad ora buona e costumata figliuola... Oh non durerà una grande fatica, la si assicuri!... Uno sposo quale fu destinato a lei dal cielo non è sí facile trovarlo al giorno d'oggi! L'ho educato io, Contessina; io l'ho formato colla midolla piú pura del mio spirito e colle massime piú sante del cristianesimo. Dio la vuol rimeritare della sua insigne pietà, del suo filiale rispetto!... Che egli seguiti a benedirla, e che egli sia ringraziato dell'aver permesso a me di portare nell'anima sua la luce della persuasione!...
      Il buon padre tenendo sempre le mani e gli occhi verso il cielo si disponeva ad uscire dalla stanza per recare alla Contessa la buona novella; ma la Clara era troppo sincera per lasciarlo in un inganno sí madornale.
      La sincerità in quel frangente la aiutò tanto bene quanto la furberia, perché il buon padre fidava appunto nel suo scarso coraggio e nell'innocente semplicità, e credeva che si sarebbe lasciata credere persuasa per la ritrosia di dovergli contraddire.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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