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      .. io ringrazio il signor Barone ma...
      A questo punto le morí la voce, le si estinse sul volto ogni colore di vita, e le ginocchia accennavano di mancarle. Le cameriere, non pensando che cosí davano a divedere di essere state in ascolto, si precipitarono nella sala gridando: - La padroncina muore! la padroncina muore! - e la raccolsero fra le braccia. Dietro esse entrammo curiosamente io, la Pisana e quanti altri dietro di noi s'erano accalcati via via per goder lo spettacolo. La Contessa fremeva e stringeva i pugni, il Conte piegava di qua e di là come una banderuola che ha perduto l'equilibrio, il Cancelliere gli stava dietro quasi per puntellarlo se accennasse di cadere, Monsignore tratto di tasca il tovagliolo se ne asciugava la fronte, e il Barone solo restava imperterrito col suo braccio steso, come fosse stato lui che con quel magico gesto avesse prodotto quel general parapiglia. La Contessa s'adoperò un istante intorno alla figlia per farla rinvenire e comandarle il rispetto e l'ubbidienza; ma vedendo ch'ella appena tornata in sé accennava col capo di no e sveniva quasi di nuovo, si volse al Barone con voce soffocata dalla stizza.
      - Signore - gli disse - ella vede bene; un impreveduto accidente ha guastato la festa di questo giorno; ma io posso assicurarla a nome di mia figlia, che mai donzella non fu cosí onorata da offerta alcuna, come essa dalla domanda fattale in nome dell'Eccellentissimo Partistagno. Egli può contare d'aver fino d'ora una sposa ubbidiente e fedele.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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