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      Fidatevi di me, e provate: non vi domando altro. Bisogna che partiate di qui; che partiate non solamente colle gambe, sibbene anche coll'animo. Per tirar poi l'animo con voi, voi avete già indovinato il modo. Piegarlo alla retta conoscenza e all'operosa osservanza dei proprii doveri. Avete detto benissimo; i dolori si contano col cervello, e io aggiungerò col cuore, non già colle dita della mano. Bisognerà dunque occupare oltre la mano anche il cervello ed il cuore.
      - Padre, - balbettai veramente intenerito - parli, io l'ascolto con vera fede; e mi proverò d'intendere e di ubbidire.
      - Uditemi: - riprese egli - voi non avete obblighi di famiglia, e il debito della riconoscenza verso chi vi ha fatto del bene è saldato presto da chi non può pagarlo con altro che con la gratitudine dell'affetto. Da questo lato i vostri doveri non vi darebbero l'occupazione di un minuto, se non fosse collo spingervi allo studio secondo l'intendimento dei vostri benefattori. Ma non basta. Cosí si occuperebbe il cervello; il cuore rimane ozioso. Tanto piú che la famiglia in cui foste allevato non ha saputo educarvelo a suo profitto. No, non vergognatevi, Carlino. È certo che voi non potete esser legato coll'amor di figliuolo al signor Conte e alla signora Contessa che appena è se seppero farsi amare come genitori dalla lor prole vera. I beneficii non obbligano tanto quanto il modo di porgerli, massime poi i fanciulli. Non vergognatevene dunque. È cosí, perché cosí doveva essere. Quanto allo sforzarvi ora, sarebbe segno di ottima indole, di animo docile e grato; ma non vi riescireste.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





Carlino Conte Contessa