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      Io scossi potentemente il mio giogo di dolore e alzai libera ma costernata la fronte.
      - Eccomi - risposi. - Io spero di cancellare la prima parte della mia vita, sovrapponendovi la seconda piú alta e piú generosa. Dimenticherò me stesso ove non possa cambiarmi: cercherò doveri piú santi, amori piú grandi...
      - Adagio con questi amori! - m'interruppe il padre - non usate l'egual vocabolario in materie cosí disparate. L'amore è un lampo che guizza, una meteora che passa. E nella vita nuova a cui vi eccito si vogliono la fede e lo zelo; due forze pensate e continue! La croce del sacrifizio e la spada della persuasione: ecco i nostri simboli, superiori di gran lunga alle corone di mirto e alle colombe accoppiate. Ma la persuasione, figliuol mio, scaturisce dal sacrifizio nostro ed è ricevuta negli animi altrui come il calore prodotto dal sole è appropriato dal seme che fermenta e che germina. Non convien farsi intoppo delle contraddizioni, dei livori altrui; la persuasione verrà; fatele strada colla perseveranza e colla forza. Quando si matura il trionfo del bene giova perseguitar il male; ma perseguitarlo utilmente sapientemente: perché, figliuol mio, l'esercito dei martiri pur troppo non è molto numeroso, e dai proprii sacrifizi è mestieri cavare il prezzo che meritano per non vederli sprecati.
      - Padre - soggiunsi io con qualche ritenutezza pel mistero che mi cresceva in quella lunga parlata - spero che capirò meglio quando mi sia purificato lo spirito dai fumi che lo offuscano. Penserò, e vincerò.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253