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      - Cosa chiediamo? - Cosa ha detto? - Ha domandato cosa si vuole! - Vogliamo la libertà!... Viva la libertà!... - Pane, pane!... Polenta, polenta! - gridavano i contadini.
      Questa gridata del pane e della polenta finí di mettere un pieno accordo fra villani di campagna e mestieranti di città. Il Leone e San Marco ci perdettero le ultime speranze.
      - Pane! pane! Libertà!... Polenta!... La corda ai mercanti! Si aprano i granai!... Zitto! zitto!... Il signor Carlino parla!... Silenzio!...
      Era vero che un turbine d'eloquenza mi si levava pel capo e che ad ogni costo voleva parlare anch'io giacché erano tanto ben disposti ad ascoltarmi.
      - Cittadini - ripresi con voce altisonante - cittadini, il pane della libertà è il piú salubre di tutti; ognuno ha diritto d'averlo perché cosa resta mai l'uomo senza pane e senza libertà?... Dico io, senza pane e senza libertà cos'è mai l'uomo?
      Questa domanda la ripeteva a me stesso perché davvero era imbrogliato a rispondervi; ma la necessità mi trascinava; un silenzio piú profondo, un'attenzione piú generale mi comandava di far presto; nella fretta non cercai tanto pel sottile, e volli trovare una metafora che facesse colpo.
      - L'uomo - continuai - resta come un cane rabbioso, come un cane senza padrone!
      - Viva! viva! - Benissimo! - Polenta, polenta! - Siamo rabbiosi come cani! Viva il signor Carlino!... - Il signor Carlino parla bene! - Il signor Carlino sa tutto, vede tutto!
      Il signor Carlino non avrebbe saputo chiarir bene come un uomo senza libertà, cioè con un padrone almeno, somigliasse ad un cane che non ha padrone e che ha per conseguenza la maggior libertà possibile; ma quello non era il momento da perdersi in sofisticherie.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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