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      - Ma senza un ordine della Signoria io non riconoscerò altri superiori che l'Eccellentissimo Luogotenente. E quanto al popolo esso non vorrà far il matto finché noi terremo lei per ostaggio in nostra compagnia.
      - Come, io tenuto per ostaggio?... Un avogadore!...
      - Lei non è avogadore per nulla! Sono io il Vice-capitano.
      - Grazie! vedremo anche questa.
      - La vedremo di sicuro: ma non la consiglio ad aver fretta. Già ne sappiamo alquanto sul conto suo e come ella tratta con poco rispetto i fidatissimi dell'Inquisizione.
      - Ah ne sanno alquante!... Me l'immagino! Il loro fidatissimo appena tornato a Fratta lo farò impiccare!... Sappiamo anche questa!
      - Olà! d'ordine dell'Eccellentissima Signoria questa persona è arrestata come rea di lesa maestà!
      A questa tirata affatto tragica del Vice-capitano la sua masnada mi si schierò intorno, come per impedirmi di fuggire; ma lo domando adesso per allora, qual uopo si aveva di questa precauzione se tutte le porte erano serrate? Se fossi stato Pompeo mi avrei messo il lembo della toga sul capo, invece incrociai le braccia sul petto e diedi a quella ciurma vigliacca il sublime spettacolo d'un avogadore senza popolo e senza paura. Quel quadro plastico non durava da un minuto, che uno scalpito di cavalli, un accorrere e un urlare di popolo nella sopposta contrada attrasse l'attenzione dei miei carcerieri. Tutti si precipitavano alle finestre quando s'intesero piú distinte le grida di quel nuovo tumulto.
      - I Francesi! I Francesi! Viva la libertà!... Largo ai Francesi!


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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