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      Il Vice-capitano e i suoi satelliti udendo sotto i piedi quel baccano che facea tremar le muraglie si raccomandavano alla beata Vergine del Terremoto. Io poi cercava farmi intendere dal sergente e persuaderlo a scender da cavallo se intendeva salir le scale come pareva sua idea. Il sergente con grande mia meraviglia mi rispose in buon italiano che cercava del Sopraintendente ai granai, che cercava del Vice-capitano, e che se costoro non gli comparivano tosto dinanzi li avrebbe fatti impiccare all'albero della libertà. Un evviva frenetico alla libertà sancí da parte del popolo questa sentenza; l'atrio era già invaso dalla turba e fra i cavalli dei Francesi e il gridare dei cittadini succedette un bell'inferno. Finalmente il sergente, vedendo di non poter salire le scale a cavallo e che il Vice-capitano non si dava alcuna premura di scendere, balzò da cavallo, e mi disse che lo accompagnassi presso quei signori magistrati. Al veder me avviato del pari coll'officiale francese, un'altra gridata scrollò il Capitaniato dalle fondamenta.
      - Viva il signor Avogadore!
      Saliti che fummo io ed il sergente, dopo molte indagini ci venne fatto di stanare il Cassiere della camera dei dazi, il Sopraintendente ai granai ed il Vice-capitano, i quali si erano stretti a mucchio come tre serpenti in un canto della soffitta. Ma ebbimo un bel che fare a salvarli dall'unghie del popolo che ci aveva seguito; e solamente colla mia autorità spalleggiata da qualche bestemmia del sergente giunsi ad imporre un po' di silenzio.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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