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      Io sono entrato piú che mezzo nel gran regno delle ombre; il resto vi entrerà fra poco. L'amore degli uomini, la religione della libertà e della giustizia sparirono dall'anima mia, come fantasmi ideati per ingannare i fantasmi. Crollato il fondamento, come reggerà la parete?... Che v'ha di saldo nell'uomo, se l'uomo appunto svanisce come il vapore del mattino? Sfreddato il calore del sentimento, le parole suonano sulle labbra come il vento in una fessura: vanità, tutto vanità!... ".
      Eppure, ad onta di questi scorati soliloquii, egli riprendeva la penna per iscrivere qualche inno patriottico, qualche filippica repubblicana che consolasse d'un'aureola di gloria il suo prossimo tramonto. Si vergognava poi di quanto avea scritto e lo buttava sul fuoco. Quando mal si può esprimere quello che piú ci occupa l'animo, peggio poi si tenta d'interpretare sentimenti annebbiati e lontani. Giulio pensava troppo a sé e si rinserrava troppo nella considerazione del proprio destino, per poter comprendere degnamente le speranze e gli affetti dell'umanità intera. Cotali cose egli le aveva non dirò imparate, ma trovate sui libri; gli si erano appiccicate al cervello come fantasticaggini di moda e nulla piú. Figuratevi se in tanta stretta di passioni proprie ed urgenti poteva ritrarre di colà quell'entusiasmo pieno e sincero che solo incalorisce le opere d'arte!... L'erudite declamazioni di Barzoni e la greca pedanteria del giovane Foscolo da lui sí crudamente satireggiate covavano piú fuoco di tutti i suoi pensieri politici, imbrodolati di Rousseau e di Voltaire, ma privi d'ogni suggello di persuasione.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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