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      Questo è il giudizio degli occhi; ma la mente? - La mente è troppo ardita, troppo superba e insaziabile per accontentarsi delle ragioni che si palpano. Le stupende e sublimi azioni inspirate dal Vangelo non sono elleno figlie legittime dei pensieri della dottrina dell'anima di Cristo? Ecco una divinità, un'eternità in noi che non finisce nella cenere. Quel muto e freddo Leopardo non viveva egli in me, non riscaldava ancora il cuor mio colla bollente memoria dell'indole sua nobile e poderosa? - Ecco una vita spirituale che trapassa di essere in essere, e non vede limiti al suo futuro. I filosofi trovano conforti piú saldi piú pieni; io m'appago di questi, e mi basta il credere che il bene non è male, né la mia vita un momentaneo buco nell'acqua. Allora con questi melanconici conforti per capo, trassi di tasca quello scapolare ch'era caduto il dí prima dalla mano del moribondo nella mia, e da un fesso chiuso con un bottoncino trassi un'immagine della Madonna e alcuni pochi fiori appassiti. Fu come un largo orizzonte che mi si scoperse lontano lontano pieno di poesia, d'amore e di gioventù; tra quell'orizzonte e me vaneggiava allora l'abisso della morte, ma la mente lo varcava senza ribrezzo.
      I fantasmi non sono paurosi a chi ama per sempre. Ricordai le belle e semplici parole di Leopardo; rividi la fontana di Venchieredo, e la leggiadra ninfa che vi bagnava l'un piede increspando coll'altro il sommo dell'acque; udii l'usignuolo intonar un preludio, e un concento d'amore sorgere da due anime, come da due strumenti di cui l'uno ripete in sé i suoni dell'altro.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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