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      Cosí almeno io confido che sarà. Se a me stesse designarti un posto, sceglierei Ancona o Milano; ma tu sarai giudice migliore secondo le circostanze. Intanto hai saggiato a prova questi ciarloni francesi; volgi contro di essi le loro arti; usane a tuo vantaggio, com'essi abusarono di noi a lor solo giovamento. Pensa sempre a Venezia, pensa a Venezia, dove erano i Veneziani che comandavano.
      Ora nulla ti è nascosto; puoi giudicarmi come meglio ti aggrada, perché se non ti ho fatto colla viva bocca questa confessione fu solamente a cagione dell'esser io il padre e tu il figliuolo. Non voleva difendermi, voleva raccontare: vedi anzi che ho filosofato piú del bisogno per chiarire la parte cosí ai buoni come ai cattivi sentimenti. Giudicami adunque, ma tien conto della mia sincerità, e non dimenticare che se tua madre fosse al mondo ella godrebbe di vederti amoroso ed indulgente figliuolo
      .
      Scorsa questa lunga lettera tanto diversa dalla consueta cupezza di mio padre, e nella quale l'indole di lui si scopriva intieramente colle sue buone doti, coi suoi molti difetti, e col singolare acume del suo ingegno, rimasi qualche tempo soprappensiero. Ebbi finalmente la buona ispirazione di sollevarmi anch'io all'altezza delle cose sante ed eterne; là trovai scolpito a caratteri indelebili quel comandamento che è proprio degno di Dio: Onora tuo padre e tua madre. Questo duplice affetto non può separarsi; e l'onorare mia madre implicava in sé di perdonare a colui, al quale certo ella avrebbe perdonato vedendolo compunto e pentito del suo tristo ed obliquo operare.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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