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      - Sí - tirava innanzi ella - mi pento e mi vergogno di quel poco di fede che aveva riposto in lui. Credeva che i Còrsi fossero animosi e gagliardi, ma vedo che Rousseau aveva torto di aspettarsi dalla loro schiatta qualche grande esempio di fortezza e di sapienza civile!...
      Rousseau, Rousseau!
      pensava io.
      Queste filippiche e queste citazioni m'infastidivano; avrei voluto giungere alla fine e saperla tutta senza tante virgole; laonde mi dimenava sui cuscini e pestava un po' i piedi, presso a poco alla maniera d'un ragazzo ch'è stufo della predica.
      - Cosa gli chiedeva io? cosa pretendeva da lui? - riprese con maggior impeto la Pisana - forse cose soprannaturali, o impossibili, o vili?... Non gli chiedeva altro che di farsi il benefattore dell'umanità, il Timoleone della mia patria!... Voleva renderlo l'idolo il padre salvatore d'un popolo intero; e in aggiunta a questo dono gli prometteva anche il mio cuore, tutto quello ch'egli avrebbe voluto da me!... Codardo, scellerato!... E mi si inginocchiava dinanzi, e giurava e spergiurava d'amarmi piú della sua vita, piú del suo Dio!... Oh cosa credeva? ch'io volessi offrirmi al primo capitano pei suoi begli occhi, pei suoi lucenti spallini?... S'accontenti allora di portar impressi sul viso i segni d'uno schiaffo di donna. Già dove non ci sono uomini, tocca proprio alle donne.
      - Calmati, Pisana, calmati! - le andava dicendo dubbioso ancora di non aver capito a dovere - racconta le cose per ordine: dimmi da che nacquero queste tue ire col signor Minato.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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