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      Dormivano tutti, aveano comandato che nessuno entrasse, né uomo né donna né parente né amico. Che mi rimaneva da ultimo?... Carlino, non mi restava che tu!... - (Grazie del complimento.) - Mi pentii di non essere ricorsa a te pel primo. - (Meno male!) - Seppi alla porta dei Frumier che tu eri ancora a Venezia e dove abitavi; ed adesso eccomi in tua balía senza paura e senza riguardo, perché a dirla schietta io ho voluto proprio bene a te solo e se tu non me ne vuoi piú per le stranezze e per le scioccaggini che commisi, la colpa il danno il dispiacere sarà tutto mio. Una buona parte peraltro ne toccherà anche a te, perché ad ogni modo, in virtù della nostra antica amicizia, commoda o incommoda, piacevole o noiosa, io mi ti pianto alle coste e non mi movo piú. Se tuo padre volesse darti ancora la Contarini, ch'egli te la dia pure in santa pace; ma le converrà alla sposina sopportar con pazienza questa pillola amara d'avere almeno almeno una cognata fra i piedi...
      Ciò dicendo la Pisana si diede a saltacchiare sul divano quasi per confermarvi la sua parte di padronanza; e ad averla udita due minuti prima e ad osservarla allora, non sembrava piú certamente la stessa persona. La repubblicana spiritata, la filosofessa greca e romana erasi convertita in una donnetta spensierata e burbanzosa, tantoché lo schiaffo del povero Ascanio poteva anche credersi non meritato. Tuttavia quelle due persone cosí diverse e compenetrate in una sola pensavano, parlavano, operavano coll'uguale sincerità, cadauna nel suo giro di tempo.


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Le confessioni d'un Italiano
di Ippolito Nievo
Einaudi
1964 pagine 1253

   





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